Lettura per voce, campionatore e musica
L'urlo del gatto nero
liberamente tratta da: "Il gatto nero" di Edgar Allan Poe
26 ottobre 2007, 30 ottobre 2007

Voce recitante: Daniele Scarazzati
Musica classica per violoncello: Mauro Valli
Rappresentata presso lo Studio d’Arte di Mauro Mamini Ferucci e Anna Maria Carroli a Brisighella, e riproposta nell’ambito delle iniziative legate alla notte di Halloween, quale promozione delle letture del genere horror del grande E. A. Poe, presso la Biblioteca comunale “Luigi dal Pane” di Castel Bolognese.

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Daniele Scarazzati alla lettura, Mauro Valli al violoncello

Presentazione del libro di memorie di Eleonora Bartoletti
Nonna Ele racconta
Casa editrice Tempo al libro, Faenza 2007
1 dicembre 2007, 5 marzo 2008

1 dicembre 2007 – Presentazione del libro di ricordi di Nonna Ele in un incontro di lettura e musica presso Palazzo Ferniani, Faenza, con lettura di brani tratti dal libro, e accompagnamento musicale con violoncello e pianoforte da parte di Mauro Valli e Ernestina Argelli. Presente l’Editore Mario Gurioli.

5 marzo 2008 - Presentazione del libro di ricordi di Nonna Ele in un incontro di lettura e musica all’interno della rassegna “Esperienze d’Autore 2008 – Incontri letterari presso la Biblioteca comunale “Luigi Dal Pane” a Castel Bolognese, con lettura di brani tratti dal libro, commenti letterari da parte dello scrittore Tiziano Bordoni, e accompagnamento con musiche per violoncello da parte di Mauro Valli. Presente l’Editore Mario Gurioli.

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Daniele Scarazzati, Mario Gurioli, Eleonora Bartoletti, Tiziano Bordoni. Mauro Valli al violoncello


Il realismo poetico di Ida Sangiorgi
8 Marzo 2010 - Libreria Moby Dick Faenza
Introduce l'incontro Sante Medri
Intervento di Loretta Scarazzati. Letture di Chiara Bisi
a cura dell'Associazione ParoleCorolle
21 marzo 2010 ore 18

Ida Sangiorgi: un ritratto biografico e letterario

Ida Sangiorgi, nata a Faenza nel 1889, svolge la professione di maestra elementare nelle campagne faentine, poi di decoratrice presso la “Scuola di Ceramiche” di Faenza. Con il diploma rilasciatole dall'Accademia di Bologna diventa docente di disegno presso la Scuola professionale femminile di Cesena, città nella quale si trasferisce poco più che trentenne, e in cui vive fino alla sua scomparsa avvenuta nel 1971.
Dissenziente dal regime fascista, si era trasferita a Cesena accompagnata dalla nota informativa della Questura che la definiva “comunista” fin dal '22. Militante nel Partito Comunista, già nell'immediato dopoguerra è la prima donna eletta nel Consiglio Comunale di Cesena con le elezioni del 1946, incarico che assolve fino al 1960. Fondatrice della sezione UDI nel cesenate ne riscopre cariche a livello nazionale, e lega il suo nome soprattutto alle battaglie per il diritto al lavoro, il diritto alla scuola, per la difesa dell'infanzia e per la tutela delle madri lavoratrici. Nel '56 leva la sua voce di protesta per l'invasione sovietica dell'Ungheria, dissociandosi dalla posizione ufficiale del partito comunista.
Donna di cultura, oltre che di impegno politico, pittrice e scrittrice, è al centro di relazioni di amicizia e di scambio intellettuale con studiosi della levatura di Marino Moretti, Ada Gobetti, Giovanna Zangrandi, Giulio Trevisani, Maurizio Korach, Fernanda Ojetti, nonché il filosofo faentino Giovanni Cattani.

Sul piano letterario il suo nome è legato ad un romanzo, La Palmina, edito da Mondadori nel 1955 nella prestigiosa collana “La Medusa degli Italiani”, storia di una famiglia di contadini romagnoli nello scorcio di tempo che va dalla fine dell'Ottocento alla prima guerra mondiale, sostenuta nell'avventura editoriale dall'apprezzamento di Marino Moretti. Con La Palmina Ida Sangiorgi partecipa alla XXV esima edizione del Premio Viareggio nell'agosto 1955, anno in cui il vincitore della sezione narrativa fu Metello di Pratolini. Ottenne inoltre altri riconoscimenti nazionali, tra cui la segnalazione al premio “Grazia Deledda” nel 1954 (arrivò seconda dopo i Brusaz di G. Zangrandi)
Il romanzo prende l’avvio dal mondo contadino della campagna faentina della Pietra Mora ai primi del Novecento, dalle sue condizioni di estrema povertà e sfruttamento ma anche di profonda dignità, per seguire una traiettoria di emancipazione nella figura di una giovane donna, Palmina, la quale riesce a fare sua la capacità di leggere la violenza della storia e delle condizioni sociali di classe, i soprusi, la guerra, e ad esprimere capacità di riscatto nella opposizione fiera alle ingiustizie, e nell'ancoraggio ai valori della solidarietà e dell'amore. “Un’epica umile ma orgogliosa e forte”, come l'ha definita Marino Biondi.
La vita di Palmina è la vita di tante donne della terra di Romagna. Evidenti i riferimenti alla campagna faentina, in particolare la Pietra Mora, i calanchi, il Sassetto, il Samoggia, le credenze e tradizioni rurali, e il forte senso della dignità e dei valori anche in condizioni di povertà estrema. La rilevanza del territorio, l'ancoraggio al locale nei riferimenti specifici a fatti e ambienti dei paesi e della provincia romagnola diventano specchio di un più ampio contesto nazionale, in un romanzo solidamente intrecciati alla storia d’Italia.

Recentemente la casa editrice “Il Ponte Vecchio” di Cesena ha proposto una riscoperta della narrativa della Sangiorgi, pubblicando postume altre opere della scrittrice, in particolare le opere letterarie L'Ultimo, e Presepe di famiglia.

L’Ultimo, terminato negli anni ’60 e pubblicato postumo nel 1996, è il romanzo di una campagna romagnola in fermento nello scorcio del primo Novecento segnata dalla consapevolezza crescente delle ingiustizie sociali, dalle rivendicazioni salariali dei braccianti e il loro organizzarsi nel movimento operaio, dall’emergere di una borghesia di nuovi ricchi reazionaria e rapace, e da una aristocrazia nobiliare in decadenza. Un grande affresco storico scandito dall’opposizione frontale tra il padronato fondiario prepotente e sfruttatore, e mezzadri e braccianti in lotta per l’affermazione dei loro diritti di lavoratori – nell’acuta percezione dei conflitti di interesse –, preludio fosco di un novecento di conflitti segnato dall’avvento del fascismo e dalla Marcia su Roma. Insieme il quadro storico si intreccia con le singole vicende personali, in bilico tra capacità di ribellione, e acquiescenza al mondo prestabilito delle convenzioni.

Presepe di Famiglia, iniziato nel 1936 col titolo “Fiabe della realtà” e pubblicato postumo nel 1993 da Ponte Vecchio ed., è un racconto autobiografico d'infanzia il quale procede leggero, per immagini, quadretti, sensazioni, ricordi. Narra di un borgo di provincia di primissimo Novecento o fine Ottocento e il suo rapporto con la campagna, gli stili di vita, le consuetudini, le vicende sociali. Innumerevoli i riferimenti a luoghi faentini: Santa Maria Vecchia, il Borgo, la Commenda, Monte Mauro. Al centro, gli occhi di una bambina che guarda, guarda tutto, e ascolta. Anche qui irrompe la storia: le discussioni sul prezzo del pane, la scena della rivoluzione e della protesta sociale soffocata dalla fanteria che accerchia la piazza. Il tono è ironico, curioso, a volte divertito, sempre lucido, proprio della scrittrice nei panni adulti della bambina che è stata un tempo.

Infine, non si può dimenticare il romanzo Due Soldi, concluso nel 1943 e stampato nel 1949 a Carpi per la Casa Editrice Mutilati di Carpi. E' un romanzo sugli umili nel contesto dell’ambiente contadino proprio della Romagna, destinati ad essere sopraffatti nonostante la loro forza e la loro dignità, in cui ritornano i temi cari alla scrittrice.

Al centro delle opere della Sangiorgi spiccano con forza le protagoniste femminili. Spesso donne di estrazione contadina: Nuccia di Due Soldi, Palmina dell'omonimo più famoso romanzo, la bambina che guarda con occhi aperti di Presepio di famiglia, ma anche donne di estrazione borghese e aristocratica come Katina e Serafina dell'Ultimo, donne povere e donne ricche, donne che subiscono i condizionamenti familiari e sociali (Ninetta, Katina), donne che sanno ribellarsi (Serafina la figlia ribelle al potere paterno). I destini femminili si intrecciano con tematiche su cui si posa lo sguardo acuto della scrittrice: i matrimoni combinati, in particolare nel milieu borghese e aristocratico; il tema della prostituzione letto con una “pietas immensa”, gli educandati femminili luogo di pratiche religiose oppressive e di controllo sociale; l’energia vitale delle donne contrapposta alla rigidità delle convenzioni sociali, le istanze della emancipazione e della libertà femminile.
Insieme, lo sguardo delle donne create dalla Sangiorgi sa cogliere quanto la violenza della storia possa vincolare e pesare sui percorsi di vita maschili, sempre con attenzione a svelare ideologie e autoinganni. Il giovane fratello Tugnazì di Palmina, il cui unico pensiero sono le viti dall'uva rigogliosa della sua terra di Romagna, mandato a combattere per Tripoli bel suol d'amore e straziato nella sabbia coloniale della guerra di Libia. Così il giovane amore di Palmina, che cadrà al fronte della guerra del '15-'18, e così il nobile conte Ricciardi della campagna faentina che non s'avvede ingenuamente dell'esautoramento di risorse e funzioni da parte di fattori rapaci alleati al nascente fascismo.

Come osserva Marino Biondi, uno dei critici letterari che più attentamente ha studiato le opere della Sangiorgi curandone anche la prefazione delle ultime pubblicazioni curate da Il Ponte Vecchio, la scrittrice si colloca a pieno titolo all’interno del canone del realismo. Educata dalla storia e dalla politica, produce racconti di vita profondamente radicati nella situazione della realtà sociale, ma senza scadere nel rischio di un populismo schematico o a idee preconcette. Il suo realismo è aperto alle investigazioni sul piano della realtà sociale e storico-politica, profondamente legato alla vita e alle modalità concrete dell’esistenza. Storia privata e storia politica si intrecciano e i fatti della “grande” storia, gli eventi epocali, non sono sfondo o cornice ma tessuto della vita stessa minuta e quotidiana (la “settimana rossa” del 1914, la crescita della consapevolezza socialista, la guerra del '15-'18, la guerra di Libia etc.). Insieme, è un realismo che non è mai cronaca, fotografia asettica, ma sostenuto da uno sguardo sul mondo lucidissimo, teso ad ideali e valori di solidarietà, giustizia, e amore, che segnano si sé tutta la trama delle rilevanze e degli accenti.

Alla Sangiorgi il Comune di Cesena – Assessorato Progetto Donna ha dedicato uno specifico convegno di studi: Ida Sangiorgi: una donna e il suo tempo, svoltosi il 16 marzo 1990 a Cesena presso la prestigiosa sede del Palazzo del Ridotto. Il convegno, espressione della volontà di valorizzazione dell'impegno politico civile e culturale della scrittrice da parte delle più autorevoli donne di cultura della città, si è avvalso dei contributi di Elide Urbini, Angela Verzelli, Mara Valdinosi, Ambra Giacomini, Anna Nozzoli, Ariella Farneti, Marisa Marisi, Romana Bianchi, nonché del contributo del critico letterario Marino Biondi e di Biagio Dradi Maraldi.

A Faenza, le opere della scrittrice sono state diffuse e portate all'attenzione del pubblico grazie al lavoro di sensibilizzazione svolto dall'Associazione culturale ParoleCorolle, la quale ne ha segnalato il valore, letterario e di impegno civile, in iniziative culturali e pubbliche letture, in particolare in contesti di valorizzazione della scrittura delle donne in occasione delle celebrazioni dell'8 marzo all'interno del programma di attività “Ma Adesso Io” anno 2010 e anno 2011.

(Loretta Scarazzati)





Sabato 29 ottobre 2011 alle ore 17,30

Alberta Tedioli
presenta il suo libro
“Le corte del capofreddo” (Giraldi editore)

introduzione di Loretta Scarazzati, letture di Chiara Bisi

Bottega Bertaccini
corso Garibaldi 4, Faenza

Non so se esista un Campionato Mondiale del Racconto. Sicuramente nel Guinness dei Primati è entrata una micro-storia dello scrittore guatemalteco Augusto Monterroso. La sua fama è dovuta al più breve racconto della letteratura universale: Il dinosauro.

“Quando si svegliò, il dinosauro era ancora lì”.

Questo testo (amato da Italo Calvino tanto da citarlo nelle sue “Lezioni Americane”) ha dato una notorietà internazionale al suo autore. Ciò non lo inorgogliva, semplicemente ne rideva, come di tutte le cose della vita, anche quelle tragiche.

Anche Alberta Tedioli ride, in queste microstorie che compongono il suo nuovo libro “Le corte del capofreddo”. Ride delle cose contraddittorie, paradossali e tragiche della vita. A volte ci regala un sorriso amaro, o semplicemente ci fa pensare e riflettere. Ne parla, ne scrive, in figure anche brevissime, tre righe, sette righe, a volte anche una sola riga basta per descrivere o tratteggiare le nostre piccolezze o le piccole crudeltà del vivere quotidiano, sempre più assurdo e incomprensibile. Sono racconti di fantasia, certo, ma talmente realistici da sembrare veri.

Se mai ci sarà un Campionato Mondiale del Racconto speriamo che Alberta vi voglia partecipare.

Alberta Tedioli è nata e vive a Modigliana. Oltre ad articoli e interventi su numerose riviste, ha pubblicato il romanzo “Sparagnì, l'avaro di Romagna” (Edizioni Tempo al Libro) che ha avuto un ottimo gradimento da parte dei lettori.

La sua passione per la carta stampata non si ferma qui: la potete incontrare in giro per le fiere della Romagna con la sua bancarella di libri vecchi, rari e introvabili.

(Renzo Bertaccini)

 

Sabato 8 aprile 2017
Pinacoteca Comunale, Via S.M. dell’Angelo 9 ore 16.00

Incontro su le donne e la scrittura
a partire da:
Ida Sangiorgi Due soldi

Carta Bianca Ed. 2017

Ne parlano
Marinella Polidori, scrittrice e poetessa Presidente Le Voci della Luna,
e Loretta Scarazzati Associazione ParoleCorolle
Letture a cura di Roberta Zoncheddu

Saluti di Claudia Gatta Assessora alle Politiche e cultura di genere
e Massimo Isola Vicesindaco Assessore alla Cultura

A cura dell’Associazione culturale ParoleCorolle "MA ADESSO IO 2017"


in copertina: Domenico Baccarini, La cugina che fa la calza, 1905, Pinacoteca Comunale di Faenza

DUE SOLDI narra la storia di una giovane ragazza, Nuccia, che dalle campagne va a servizio presso signori di città, e ne traccia il percorso di formazione nel contesto dei rapporti di potere tra chi è padrone e chi invece possiede solo la forza lavoro delle proprie braccia. Si inquadra nel periodo di fine Ottocento, e ha come sfondo un riconoscibilissimo ambiente urbano faentino, nonché le campagne e colline dei dintorni. Il tema delle disuguaglianze e l'urgenza dell'equità sociale sono al centro del romanzo e si intrecciano con le domande di fondo che impattano la condizione umana, la sua fragilità e precarietà, ma anche la paradossale brillantezza dell'immanenza. Peculiarità del romanzo è il linguaggio narrativo, basato sull'oralità tratta dal parlare diretto della gente di Romagna, ricco di idiomi lessicali, vocaboli, espressioni di derivazione dialettale, fole, tradizioni che si tramandano e che diventano visione del mondo.

Ida Sangiorgi (1889 Faenza - 1971 Cesena) svolge attività di insegnante elementare nelle campagne faentine e di decoratrice nelle manifatture ceramiche fino al 1925 anno in cui si trasferisce a Cesena. Dissenziente dal regime fascista, militante nel Partito Comunista, nell'immediato dopoguerra è la prima donna che entra a far parte del Consiglio Comunale con le elezioni amministrative del 1946, incarico che assolve fino al 1960, contestualmente ad una intensa attività all'interno dell'UDI a favore della condizione femminile. E' stata al centro di relazioni di amicizia e scambio intellettuale con Marino Moretti, Giovanna Zangrandi, Maurizio Korach, Giovanni Cattani, Giannetto Malmerendi e Gaetano Ballardini. Sul piano letterario il suo nome è legato al romanzo La Palmina, edito da Mondadori nella collana “La Medusa degli Italiani”, con il quale partecipa nel 1955 alla XXV edizione del Premio Viareggio. Cruciale, nella formazione artistico-letteraria della scrittrice, la partecipazione al fermento intellettuale proprio del milieu artistico faentino dei primi del Novecento contrassegnato in ambito figurativo dalle proposte di Domenico Baccarini e del suo cenacolo, attraverso l'attività che Sangiorgi svolge presso la Scuola di Ceramica del Museo Internazionale e la manifattura ceramica diretta da Pietro Melandri. Lei stessa ebbe a dire che era approdata alle lettere dalla pittura. Percorso peculiare e complesso, proprio di una scrittrice che ha espresso capacità di stile e visione del mondo di straordinaria complessità.


“quattro braccia di cordella/
da donare a mia sorella”